Efrem Sabatti - Psicologo a Brescia

Il fenomeno del fumo in adolescenza


Il fenomeno del fumo in adolescenza

Sospesi tra il mondo dell’infanzia e quello adulto, i ragazzi spesso sperimentano la “prima sigaretta”, simbolo e anticipazione dell’età adulta


Il fumare è un modo facile peraffermarsi, per far vedere a se stessi, al gruppo, al mondo dei grandi, che non si è più bambini. Da alcune ricerche è emersa infatti la relazione tra il fumo e altri caratteristici atteggiamenti tipici dell’età adulta come i rapporti sessuali o il consumo di alcool. Si è osservato che fumano di più gli studenti di istituti tecnici e professionali, più vicini al mondo del lavoro e forse per questo ad una “realizzazione adulta” (Bonino e Fraczek, 1996). Tra gli adolescenti, i non fumatori hanno invece maggiori aspettative per quanto riguarda la carriera scolastica ed anche se risultano più dipendenti dagli adulti, sono sicuramente più protetti da esperienze adulte troppo anticipate. Una componente da non dimenticare nella motivazione a fumare è anche il piacere del trasgredire, di compiere un atto tipico “dei grandi”, atto che tuttavia si associa spesso alla violazione di alcune norme e all’uso di droghe leggere. Tranquilliziamoci però: l’uso di sigarette non porta necessariamente ad atteggiamenti antisociali. E come si inizia? Il gruppo ha un ruolo non da poco: l’approvazione degli amici è molto importante in qualsiasi cosa si voglia fare e il fumare non fa eccezione. I fumatori abituali in genere fanno parte di gruppi di fumatori che tendono ad emarginare i non fumatori e a ricercare amicizie che hanno le loro stesse abitudini. Si è portati a cercare persone simili a noi, che hanno i nostri stessi interessi, che comprendono anche il voler apparire grandi. Il fumo rappresenta sia l’essere adulto, sia il collante che lega i vari membri del gruppo: in un certo senso il tabacco produce una situazione aggregante. E la prevenzione? Il governo lancia campagne pubblicitarie, arrivano esperti a scuola, si fa volantinaggio e così via. Il fatto interessante è che i giovani sono molto informati e sanno perfettamente quali sono le conseguenze negative del fumo per la loro salute. Questi mezzi di prevenzione risultano però del tutto inefficaci. Non si può pensare di limitare il fumo nell’adolescenza senza progettare un uguale intervento con i fumatori adulti. Finché il fumare sarà uno dei comportamenti più tipici “dei grandi”, per gli adolescenti continuerà ad essere un comportamento da imitare perché simbolo dell’identità adulta. Le responsabilità della famiglia e della scuola riguardo a questo problema di grande attualità sono evidenti e se ne parla in continuazione, ma fare leva su di esse non basta. L’adolescente non è il semplice prodotto dell’educazione, al contrario, è un individuo capace di prendere parte attivamente al processo della propria costruzione personale, è lui in prima persona che ha le capacità di muoversi all’interno dell’ambiente di riferimento. Il fulcro di un intervento preventivo efficace è dunque la promozione della crescita critica personale dei ragazzi stessi. Dr. Efrem Sabatti _ www.psicologobresciasabatti.it  

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