Gli attacchi di panico
Gli attacchi di panico sono reazioni psicofisiche di intensa ansia, apprensione, paura o terrore, spesso associati a sensazione di morte imminente che si verificano in periodi limitati
e a insorgenza improvvisa. Durante questi attacchi compaiono vari sintomi fra cui: palpitazioni o tachicardia, sudorazione intensa, tremore, difficoltà a respirare o sensazione di mancanza d’aria, dolori o fastidi al torace, nausea o disturbi addominali, sensazione di sbandamento o svenimento, sensazione di irrealtà o di essere distaccati da se stessi, paura di perdere il controllo, di impazzire o di morire, formicolii, brividi o vampate di calore. Spesso, come reazione, la persona ha un desiderio di fuggire urgentemente dal luogo in cui si trova. Forse è per questo che chi ha provato un attacco di panico descrive questa esperienza come una delle più brutte della propria vita. La loro insorgenza non sempre viene immediatamente associata a uno specifico fattore scatenante, ma si manifesta inaspettatamente. Un problema successivo riguarda il fatto che si possono strutturare fobie che portano evitamento di luoghi o situazioni ritenute responsabili dell’attacco e conseguenti limitazioni nello stile di vita della persona, con timore continuo di nuovi attacchi. Altre volte, gli attacchi possono anche essere collegati a certe situazioni, nel senso che si manifestano più spesso o sempre quando ci si trova in una certa situazione, oppure quando si prevede di dovercisi trovare. Quando una persona con una fobia sa di dover affrontare l’oggetto della sua fobia può avere un attacco di panico non appena entra in tale situazione oppure anche prima, al solo pensiero di doverlo fare. Per esempio, una persona con la fobia degli aeroplani potrebbe avere un attacco di panico ogni volta che si trova costretta a dover salire su un aeroplano. Oppure, una persona che ha sviluppato un disturbo post-traumatico da stress dopo essere stata vittima di una attentato potrebbe avere un attacco di panico ogni volta che torna sul luogo specifico. Anche il sonno può essere compromesso a causa del timore che il panico possa insorgere durante la notte, causando improvvisi risvegli al culmine del terrore. Inoltre, anche se non si verificano attacchi notturni, il sonno può essere disturbato a causa di un'ansia cronica correlata al timore del panico e tale deprivazione a compromettere ulteriormente la condizione clinica della persona e la qualità della sua vita, sia da un punto di vista psicofisico, sia relazionale.E’ indubbio che infatti mente e corpo siano costantemente in relazione e l’espressione del panico come disagio che ferisce la persona nella sua totalità, ne è la chiara prova.Non sempre l’aiuto esclusivamente farmacologico permette di risolvere il problema, anche se un uso coscienzioso può essere un valido aiuto, ma è talvolta utile accogliere la manifestazione del panico, come prodotto finale di un complesso sistema di disagio accumulato e diffuso, e approfondire con un approccio psicologico le cause profonde di questa spiacevole condizione, oggi sempre più diffusa. Dr. Efrem Sabatti _ www.psicologobresciasabatti.it