Efrem Sabatti - Psicologo a Brescia

Le fasi della terapia bioenergetica


Le fasi della terapia bioenergetica

Affinché ci sia salute è necessario che il paziente sia in contatto con le sue sensazioni e consapevole dei suoi reali bisogni e, perché ciò sia possibile, è essenziale che la persona senta il suo corpo.


Il processo terapeutico in Bioenergetica consiste quindi, da un punto di vista fisico, in un riconoscimento delle sensazioni provenienti dal corpo e da un allentamento delle tensioni, mediante tecniche corporee specifiche; da un punto di vista psicologico si lavora invece per smascherare le illusioni che impediscono alla persona di essere veramente libera e autentica.Il lavoro prevede quindi un confronto con le maschere sociali che la persona più o meno consapevolmente tende ad indossare nelle varie situazioni e che non le premettono di essere spontanea.Questa è la prima tappa del processo terapeutico: la consapevolezza. 

Una volta che la persona è divenuta consapevole (di una sua modalità disfunzionale, di emozioni, tensioni, aspetti di sé che non sapeva di avere) è fondamentale la persona possa provare ad esprimerlo (in un primo momento almeno nello spazio sicuro dello studio).

Attraverso l’espressione di sé viene data la possibilità di dare voce a quei sentimenti repressi perché considerati inadeguati dall’ambiente e perciò frustrati per tanto tempo nella vita della persona.

La repressione comporta una negazione di quella parte di se stessi vissuta come intollerabile, brutta, minacciosa o altro e porta la persona a costruirsi una serie di compromessi e artifici per non ricontattare tali sentimenti vissuti come minacciosi per il proprio equilibrio e per l’equilibrio con i rapporti con gli altri.

La possibilità però di esprimere la propria parte rifiutata in un contesto terapeutico e di poterla osservare anziché fuggirla, incoraggia gradualmente il paziente a credere nella legittimità di una adeguata espressione della sua dimensione emotiva.

Il terzo punto della terapia riguarda la padronanza di sé, ossia la capacità di poter accettare di sentire e di esprimere anche le proprie parti prima rifiutate, canalizzandole in modo funzionale.

Cosa accade infatti quando si accetta di affrontare le proprie parti “spaventose”? si ha la possibilità di conoscerle e di riconoscerle quando si manifestano.

Non c’è infatti nulla di più distruttivo e pericoloso di una persona che esplode perdendo il controllo e non sapendo come controllare la propria reazione. Ma per poter essere padroni di sé è necessario conoscersi e ciò passa attraverso le varie fasi della terapia.

Più si lavora anche sul corpo più è possibile abituare la persona a non avere paura delle proprie reazioni somatiche e viscerali: tremori, vampate di caldo, accelerazione cardiaca e gradualmente aiutarla ad entrare più in contatto con la sua dimensione più viscerale ed autentica. 

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