Efrem Sabatti - Psicologo a Brescia

SICCOME HO MOLTA FRETTA, VADO MOLTO PIANO


SICCOME HO MOLTA FRETTA, VADO MOLTO PIANO

Spesso la vera strategia è partire dopo per arrivare prima.



Spesso, alla base dei fallimenti dei nostri propositi c’è la fretta; quella condizione che si spinge molte volte a partire di slancio e a fermarci senza fiato poche decine di metri dopo o a dover riparare la maggior parte delle cose fatte, perché si rivelano azioni scorrette, imprecise, insomma, da rifare.

Troppo frequentemente, infatti, ci dimentichiamo cheFRETTA” non significa “RAPIDO”.

In che modo possiamo imparare ad avere più pazienza?

È possibile allenare la nostra indole impulsiva a procedere in maniera più calma ed efficace?

Naturalmente non è una cosa che si mette in atto dall’oggi al domani (ovviamente 😊) ma si può fare e oggi vedremo alcuni consigli ed indicazioni per iniziare a mettere in atto in modo efficace questa abilità.



- COMPRENDERE LE RAGIONI DELL’IMPAZIENZA

La prima domanda da porci è “è la circostanza specifica che mi rende impaziente e mi mette fretta o qualsiasi situazione sortisce in me questa reazione?”.

E, successivamente, è importante chiederci “ci sono delle eccezioni?” ossia delle situazioni che invece non innescano questa risposta impulsiva.

Comprendere infatti le caratteristiche di quelle situazioni che ci creano impazienza e fretta e, magari, analizzare anche le ragioni, le idee alla base del nostro comportamento può essere un primo punto fondamentale per mettere in atto una pausa.

Ad esempio la ragione interna potrebbe essere “gli altri sul lavoro si aspettano che io completi il mio progetto in un paio di giorni” oppure “se non perdo peso in poco tempo deluderò il mio partner”, ecc…

Stanno davvero così le cose oppure sono convinzioni personali non verificate?

Non intendo dire di non agire determinati comportamenti, ma magari evitare di “tirarsi il collo” in una sorta di apnea non giustificata.

Magari i miei colleghi preferiscono che faccia il mio lavoro bene, non subito o il mio partner che mantenga il peso, non che lo perda in 10 giorni.



- CONTROBILANCIARE LA LOGICA ALL’EMOTIVITA’

Inutile dire che quando c’è fretta e impazienza c’è una forte attività emotiva e che, l’eccesso di emozione toglie lucidità, analisi logica e pianificazione.

Per una semplice ragione: quando siamo logici e razionali stiamo utilizzando le funzioni corticali superiori, mentre quando agiamo di impulso siamo attivati da meccanismi reattivi di risposta mediati dal sistema limbico, il nostro circuito più animale.

Risultato? Agiamo in preda ad un impulso, perdendo di vista gli effetti a medio e lungo termine, perché ciò che conta per l’istinto è il presente.

È chiaro che funzionare continuamente in questo modo diventa un handicap per la progettazione di obiettivi a lungo termine.

Come gestire allora l’eccesso di emotività?

Creando interruzioni tra il carico emotivo e l’azione da svolgere, in maniera tale da ridurre gli effetti di azioni prese con la pancia e non con il cervello, perché come recita un saggio proverbio africano

“IL FUOCO NELLA PANCIA, MANDA IL FUMO NEGLI OCCHI”.



- RESPIRA

Lo so, la dicono in tutte le salse, ma di fatto funziona.

La respirazione, che sia inserita nella meditazione, nelle tecniche di rilassamento, nella mindfulness, che sia quella a quadrato, quella a spirale, la 30-20-10-60, la 6x3, la 4x4 non importa.

Una respirazione profonda, oltre a determinare uno spostamento da una attività prevalentemente simpatica ad una attività parasimpatica dell’organismo (da un punto vi vista nervoso questo significa mettere il corpo in uno stato di calma) determina una pausa, una concentrazione su un compito che permette di interrompere quell’effetto a cascata che genera un domino interno di reazioni e controreazioni interne.

Permette di far sfumare l’urgenza e, in altre parole, di facilitare il cambio di prospettiva con il quale si analizzano certe situazioni.

Meditate gente, meditate…





 



 

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