Efrem Sabatti - Psicologo a Brescia

Lo sviluppo infantile in Winnicott


Lo sviluppo infantile in Winnicott

Prima di entrare nel merito dei contributi teorici di questo straordinario autore ritengo essenziale partire da quello che, in un certo senso è il “core” del pensiero che sta alla base di tutta l’opera di Winnicott ossia la sua convinzione che...



"LA VITA MERITA DI ESSERE VISSUTA".



In questo assunto si racchiude non solo il nucleo del pensiero winnicottiano, ma anche la qualità e lo spirito con i quali l’autore affrontò il proprio, appassionante, lavoro.Non vi è nulla si sentimentale o romantico in tale affermazione, ma semplicemente la consapevolezza che la vita  è senza dubbio intrinsecamente difficile per ogni essere umano, fin dall’inizio, ma che al contempo ciascun essere vivente porta in Sé il potenziale per realizzare un’esperienza unica preziosa e creativa se messo in condizione di poterla esprimere. Ciò che permette tale espressione vitale è dato essenzialmente dalla qualità dell’ambiente nel quale un individuo cresce. In potenza, dunque, ciascuno possiede l’impulso a muoversi verso una maturità fisica ed emotiva e, in presenza di un ambiente facilitante, tale crescita comporterà un contributo positivo alla società[1].



Sé ed Io

Winnicott sviluppa la sua teoria dello sviluppo emotivo principalmente in termini di evoluzione del Sé.

Il concetto di Sé è, per Winnicott, inseparabile dalla dimensione anatomica, fisiologica e biologica  ed è indispensabile e imprescindibile per avere una valutazione globale della salute dell’essere umano, anche dal punto di vista mentale. Prima di giungere, nel corso del presente lavoro, ad una definizione più articolata di tale concetto, ciò che è importante in queste prime righe è sapere che tale concetto è intrinsecamente legato al concetto di identità personaleSecondo Winnicott l’identità personale è inizialmente solo potenziale; esiste dal principio un “Sé centrale” destinato ad evolvere nel cosiddetto “nucleo del Sé” o “vero Sé potenziale”. Per citare le parole dello stesso Winnicott “Il Sé centrale si potrebbe dire che è il potenziale innato che sperimenta una continuità dell’essere ed acquisisce a suo modo e col suo ritmo una realtà psichica personale e un personale schema corporeo[1]A partire dal Sé iniziale è dunque essenziale una crescita che conduca alla formazione dell’identità personale che passa attraverso la crescita del corpo e il graduale sviluppo delle funzioni e si realizza nello sviluppo psicologico,  il tutto in armonia con uno schema personale ereditario. Ci si rende conto fin da subito della grande importanza che Winnicott riserva al corpo, che diviene terreno di integrazione anche con la teoria bioenergetica, soprattutto con lo sviluppo di concetti come holding e handling che trovano sempre più conferme dalle recenti scoperte realizzate con strumenti impensabili nel suo periodo storico (una su tutte la video-micro-analisi). Il potenziale umano, quindi,  si identifica con i processi maturativi che sono presenti fin dall’inizio e che portano il soggetto a diventare quello che è, o a tendere comunque il più possibile a realizzare il suo potenziale. In questo senso l’idea di Winnicott converge con la visione rogersiana e della Psicologia Umanistica che sostiene il concetto di “Tendenza Attualizzante”, ossia l’esistenza in ogni organismo vivente di “un flusso costante teso alla realizzazione costruttiva delle proprie possibilità intrinseche, una tendenza naturale alla sopravvivenza ed alla crescita[2].” Questo flusso vitale può essere traviato, deformato, ma mai distrutto senza distruggere l’intero organismo. Un aneddoto illuminante di questa tendenza viene raccontato dallo stesso Rogers “Lo sgabuzzino in cui immagazzinavamo le patate per l’inverno si trovava in un seminterrato due o tre metri al di sotto di una finestrella. Le condizioni erano sfavorevoli, ma le patate incominciarono lo stesso a germogliare. Erano germogli pallidi (…) e tuttavia questi germogli sottili e tristi crescevano fino a raggiungere un metro di lunghezza nel tentativo di raggiungere la luce lontana della finestrella (…) Essi non sarebbero mai diventati piante, non sarebbero mai maturati. Tentavano di sviluppare il loro potenziale reale, anche nelle circostanze peggiori. La vita, anche se non le era possibile fiorire, non rinunciava a se stessa[3]”. 

Per poter svilupparsi un organismo ha dunque bisogno di un ambiente sufficientemente adatto alla vita, non perfetto, ma sufficiente

Come l’Es freudiano, il Sé centrale di Winnicott è la fonte di energia o spontaneità, ma con una differenza sostanziale; se Freud sottolinea primariamente il suolo sessuale o aggressivo delle pulsioni, Winnicott ne evidenzia principalmente il ruolo funzionale allo sviluppo dei processi maturativi.







[1] D. W. Winnicott “The theory of parent- infant relationship” Hogarth Press, London, 1960.

[2] C. Sivelli “Psicoterapia Umanistica” in “Psiconcologia: Sapere, Cultura e Pratica Clinica” Convegno , Brescia 19, 20, 21 Aprile 07

[3] C. Sivelli “op.cit”, 2007.

[1]  “op. cit.“



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