Efrem Sabatti - Psicologo a Brescia

Violenza, emulazione e diffusione di responsabilità: Perchè squid game è pericoloso?


Violenza, emulazione e diffusione di responsabilità: Perchè squid game è pericoloso?

Di recente una serie televisiva, “squid game” ha destato l’interesse dei media, soprattutto per alcuni fenomeni di emulazione da parte dei giovanissimi, stiamo parlando delle elementari (7-8 anni).


Nonostante infatti tale serie sia vietata ai minori di 14 anni (e già ci sarebbe da discutere sugli effetti dei contenuti e sulla maturità affettiva ed emotiva su ragazzi di questa età) viene guardata già dai ragazzini delle medie e addirittura delle elementari.

Anzi, proprio da diverse scuole italiane partono segnalazioni di comportamenti violenti durante la ricreazione come punizioni per aver perso nei giochi di ruolo riprodotti sulla falsa riga di quelli osservati nella serie tv.

Spesso siamo comodamente rassicurati dall’idea di distinguere il bene dal male, così come sappiamo distinguere ciò che è reale, da ciò che è finzione?

Con tale illusione ci approcciamo a vedere scene di violenza, convinti che tale atteggiamento non ci modifichi minimamente.

Errore.

Come sottolineava saggiamente Aristotele, noi “siamo ciò che facciamo ripetutamente” e diventiamo le nostre azioni, ci abituiamo a qualunque cosa ci venga esposta, sia che si tratti di gesti di empatia, sia che si tratti di scene di violenza.

Un tempo non ci si scandalizzava nel vedere ammazzare animali nel cortile di casa, perché tale comportamento era del tutto normalizzato e inserito all’interno di un contesto culturale che lo vedeva come una cosa assolutamente normale, così come antiche civiltà del passato andavano normalmente a vedere come spettacolo l’esecuzione pubblica di esseri umani, trucidati nei modi più terrificanti.

“Homo homini lupus” dicevano i latini ricordando che “l’essere umano è lupo per gli altri uomini”.

Fortunatamente, dal punto di vista biologico, tale fame di sangue è controbilanciata dall’empatia, ossia da quella forza interna che ci porta ad identificarci con l’altro, a sentirne il dolore, a “metterci nei suoi panni”.

Anche a questo meccanismo siamo biologicamente programmati in una dualità che di nuovo ci pone di fronte ad una scelta, sia personale, sia sociale.

Riprendendo l’antico racconto indiano dei due lupi, in questo caso abbiamo dentro al nostro animo due lupi in eterna lotta tra loro: il lupo nero dell’egoismo, della violenza e della prevaricazione e il lupo bianco dell’empatia, della socialità, della compassione.

Quale dei due lupi vince?

Facile: quello che nutriamo di più.

Ecco che a questo punto ci poniamo di fronte ad una possibilità di scelta, sia come individui, sia, in senso più ampio, come società che andiamo a creare.

Vogliamo costruire collettività o individualismo?

Competizione o collaborazione?

Vogliamo avere alleati o nemici?

Non è retorica, ma il prodotto di ciò che alimentiamo quotidianamente, perché l’animo umano non è buono o cattivo, è semplicemente plasmabile.

Una parte della psicologia sociale, proprio per studiare gli effetti delle pressioni sociali sotto vari aspetti ha dato origine ad alcuni tra gli esperimenti più affascinanti e, al tempo stesso inquietanti, che la mia disciplina ricordi.

Ovviamente il monito rimane quello di una educazione ai valori, per evitare che il lato oscuro dell’essere umano che questi esperimenti hanno rivelato, si manifesti nella sua forma più violenta.

Con l’intento di sensibilizzare rispetto all’effetto di certi comportamenti volevo portare l’attenzione su alcuni esperimenti sociali che evidenziano quanto l’animo umano può essere spinto alle azioni più spaventose e deprecabili.

Imparare la violenza guardandola

Proprio tornando al tema “squid game” è doveroso ricordare un esperimento illuminante nell’evidenziare il rapporto tra violenza osservata e violenza riprodotta, soprattutto nei bambini: l’esperimento della bambola Bobo.

L'esperimento della bambola Bobo è una famosa ricerca sperimentale sull'aggressività condotta nel 1961 dallo psicologo Albert Bandura, con la quale fu dimostrato che il comportamento aggressivo dei bambini può essere modellato, cioè appreso per imitazione., attraverso quel tipo di apprendimento che egli definirà “apprendimento vicariante” o “apprendimento sociale”.

Le ricerche di Bandura sono state più volte utilizzate anche a sostegno della tesi, ancora attuale, secondo la quale le scene di violenza mostrate in Tv possono produrre comportamenti imitativi da parte dei ragazzi.

Albert Bandura formò tre gruppi di bambini in età prescolare, per cui stiamo parlando di bambini di quattro, cinque anni e creò tre differenti situazioni sperimentali:

- nel primo gruppo i bambini erano in una stanza assieme ad un uomo che mostrava atteggiamenti aggressivi nei confronti del pupazzo Bobo. L'adulto lo picchiava selvaggiamente gridando frasi come: «Picchialo sul naso!» e «Pum pum!».

- nel secondo gruppo, quello di confronto, un altro collaboratore giocava con delle costruzioni di legno senza manifestare alcun tipo di aggressività nei confronti di Bobo e ignorandolo totalmente.

- Il terzo gruppo, quello di controllo, era formato da bambini che giocavano da soli e liberamente, senza alcun adulto con funzione di modello.

In una fase successiva i bambini venivano condotti in una stanza nella quale vi erano giochi neutri (peluche, modellini di camion) e giochi aggressivi (fucili, Bobo, una palla con una faccia dipinta legata ad una corda).

Bandura poté verificare che i bambini che avevano osservato l'adulto picchiare Bobo manifestavano, rispetto agli altri due gruppi dei comportamenti aggressivi e violenti contro il pupazzo Bobo e riproducevano la violenza che avevano osservato.

Tale evidenza apre necessarie riflessioni su come i modelli sociali (soprattutto quelli che vengono veicolati attraverso mezzi tecnologici, nei quali gli effetti speciali permettono anche una finzione estremizzata, ma molto realistica) possano stimolare comportamenti di emulazione, fino ai più altri gradi di rischio.

Per saperne di più:

- “disimpegno morale” di A. Bandura








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